La malattia della carie dentale persiste come una delle infezioni più comuni a livello globale. Tuttavia, recentemente si sono verificati significativi progressi nel trattamento di questa condizione. Attualmente, l’approccio più attuale ed efficace alla gestione della carie si concentra sulla prevenzione, sulla rilevazione precoce e sulla diagnosi basata su indicatori e fattori di rischio. Abdulhadi Warreth, un ricercatore presso il College of Dentistry dell’Università di Ajman negli Emirati Arabi Uniti, ha condotto uno studio approfondito per esplorare lo stato attuale di tale ambito. L’articolo, recentemente pubblicato sull’International Journal of Dentistry, offre una panoramica delle più recenti tecniche di gestione e trattamento delle lesioni cariose, che mirano a essere il meno invasivo possibile. Un punto di enfasi particolare riguarda la conservazione del tessuto sano e della vitalità della polpa dentale.
L’arco temporale preso in considerazione da Warreth per ottenere dati significativi sulla carie si estende su un periodo di cinque anni, precisamente dal 30 maggio 2018 al 29 maggio 2022. La ricerca si è concentrata esclusivamente sugli studi in lingua inglese condotti durante questo intervallo temporale. Utilizzando una ricerca booleana, Warreth ha combinato diverse parole chiave rilevanti per ottenere risultati mirati. I dati raccolti sono stati successivamente filtrati attraverso categorie come abstract, testo completo gratuito, trial clinici, revisioni sistematiche e meta-analisi.
Dopo un meticoloso processo di ricerca, Warreth ha individuato 683 articoli e studi pertinenti. Solo i più rilevanti sono stati inclusi nella sua revisione e inseriti nell’elenco delle referenze. L’autore ha scelto di limitare la ricerca agli ultimi cinque anni, riconoscendo i notevoli sviluppi intervenuti in questo breve lasso temporale.
L’approccio preferito, secondo la ricerca di Warreth, è centrato sull’efficacia della rilevazione precoce e della diagnosi basata su indicatori di rischio e valutazioni dei fattori di rischio. Le tecniche restaurative minimamente invasive si sono dimostrate le più adeguate, consentendo di gestire la carie preservando il massimo possibile il tessuto sano. Warreth sottolinea che tali nuove evidenze scientifiche dovrebbero ispirare i professionisti odontoiatrici ad adottare quest’approccio nella pratica clinica. Inoltre, per garantire il miglior trattamento possibile, Warreth enfatizza l’importanza di sviluppare una strategia di cura centrata sul paziente. Pertanto, le responsabilità odontoiatriche dovrebbero essere prioritarie nell’assicurare la soddisfazione del paziente, promuovendo un approccio globale e personalizzato alla gestione di questa patologia.
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